In un momento storico, così delicato e difficile come quello che stiamo vivendo, in cui tutto il mondo è coinvolto e sconvolto da un’emergenza sanitaria pandemica, tutti noi ci stringiamo in una riflessione, su quelle che sono state fino ad oggi le nostre abitudini, su quello che sarà il nostro presente, e su come cambierà il futuro in prospettiva dell’attuale congiuntura economica.
Invece di domandarci quali politiche attuare per tornare allo status quo, dovremmo piuttosto chiederci se non sia meglio intraprendere una strada diversa, più coraggiosa e, delle due, “meno battuta”.
Politici, economisti e storici dovrebbero immaginare e progettare una società diversa, facendo proposte concrete, mirate ad un cambiamento di rotta e mettendo insieme diverse misure per uscire, in tempi brevi, da questa situazione.
Se decidessimo di non cambiare nulla, di tornare a come eravamo prima, e non imparare nulla da questa pandemia, non appena il covid sarà sconfitto, si potrebbe prospettare, nel prossimo futuro, qualcosa di ancora di più drammatico, che potrebbe mettere in seria difficoltà il nostro sistema sociale, in modo definitivo.
Ritengo che ogni crisi economica, sociale, aziendale possa aprire nuove opportunità e cambiamenti, che dovrebbero essere accompagnati anche da un contesto socio-politico all’altezza di questi nuovi scenari.
Luigi XVI esclamò “è una rivolta?” gli risposero: “No sire è una rivoluzione.” (Celebre dialogo tra il Re di Francia Luigi XVI e il Duca Liancurt alla notizia della caduta della Bastiglia a Parigi durante la rivoluzione francese del 1789)
Le aziende in che modo potranno riorganizzare il loro Business Plan per i prossimi mesi?
A causa della pandemia del COVID-19, molte aziende sono state costrette a far fronte ad una situazione inedita e dirompente.
Attualmente, noi come molti altri imprenditori, ci troviamo in una fase intermedia. Una fase fondamentale per riflettere su quanto sta per arrivare e capire come modificare le strategie previsionali successivamente allo tsunami iniziale.
Dopo i primi momenti di misure urgenti, il passo successivo sarà accompagnare i clienti con azioni programmate che abbiamo identificato attraverso 4 fattori chiave:
- 〈 Sanificazione dei dispositivi protesici, per una migliore protezione sanitaria dell’utente finale, ovvero il paziente
- 〈 Informazione sui cambiamenti nei servizi verso lo studio dentistico, con nuovi protocolli, dal momento iniziale della richiesta (con la compilazione della prescrizione), alla consegna del dispositivo.
- 〈 Progettazzione tecnica più semplificata per i dispositivi protesici con caratteristiche standardizzate e maggiore comunicazione (tramite strumenti mirati) per i progetti protesici complessi, sia in ambito analogico che digitale.
- 〈 Aumento del valore qualitativo del manufatto con competenze focalizzate sulla progettazione ed esecuzione dei dispositivi.
Come cambierà l’attenzione del cliente finale sul ” prodotto “ dispositivo?
Ogni laboratorio ha il suo business, il suo posizionamento e credo maggiormente al ritorno delle piccole realtà artigianali, per i laboratori, e a studi con dimensioni più adeguate, per rispondere alle necessità del paziente ( assistenza personalizzata e partecipata nella fase clinico-tecnico)
I “ prodotti “ dispositivi medici incontrano sempre più spesso un clinico informato ed esigente, che a sua volta ha già raccolto informazioni abbastanza dettagliate sui materiali di costruzione, più attuali e più performanti, soprattutto perchè la diffusione delle informazioni e lo scambio di idee lo ha reso più deciso nella scelta, in funzione del risultato, prevalentemente estetico, che vuole ottenere.
In questi 2 mesi di chiusura (lock-down) il cliente ha maturato maggiori competenze digitali, acquisendo informazioni e soprattutto aspettative su soluzioni altamente più personalizzate.
Che ruolo avrà e quale cambiamento necessario nell’odontotecnico del futuro?
Il meccanico dentista, l’odontotecnico, il tecnico, il progettista? Il Laboratorio odontotecnico? L’azienda?
L’evoluzione digitale ha causato un mutamento epocale TRA la figura del meccanico dentista e quella del progettista, tra il classico laboratorio con sala fusioni, bunsen a gas e sala gessi, trasformando le nostre piccole attività in aziende.
Ci vantiamo di essere un settore digitalizzato, ma in tanti altri settori, da quanti anni il digitale era già presente?
A volte non ci vantiamo, altre volte ci illudiamo un po’ troppo di essere digitali?
Essere digitali è riferito solo al prodotto-dispositivo o anche all’ attività? Considerando che sono ancora tanti i laboratori che compilano le bolle di consegna a mano libera, grafologicamente?
Penso che il cambiamento dell’odontotecnico, inteso come “specialista tecnico di settore”, debba avere, ancora più di quanto non abbia mai fatto fin ad ora, una più ampia visione, non limitata solamente alla presenza dello scanner, ideale nell’acquisizione dell’ impronta ottica per la progettazione e realizzazione dei dispositivi, ma alla volontà di essere,, sempre il perno centrale della propria impresa, per allinearsi ad un mondo, i cui mutamenti sociali ed economici, hanno subito una forte accelerazione, così da inficiare le sue visioni precedenti basate esclusivamente sul prodotto.
Come cambieranno i rapporti tra studi e laboratori?
In tanti rapporti di routine, il lavoro non cambierà le modalità di confronto, poiché troppo consolidate nella solita pratica del fare e del dire: “ abbiamo sempre fatto così”…., quindi penso, in questi casi , a scarsi margini al cambiamento ed ad un ritorno sulle abitudini del passato.
Diversamente, in altre situazioni, esisterà la straordinaria opportunità di sviluppare nuove idee, nuove proposte e un nuovo modo di comunicare.
Nel nostro gruppo di lavoro (Meditech – Gold Smiles) abbiamo già pronte nuove idee da presentare, nei prossimi mesi, con la voglia di progettare e costruire qualcosa di diverso.