Il mondo materiale ha ancora un valore in questi tempi?
Esiste un punto d’incontro tra ciò che è fisico e la transizione dadaista digitale?
Il sarto, con il suo operato ” maestro” ha ancora un’utilità nell’ambiente produttivo?
Il sorriso per i momenti migliori, con quali tecniche lo costruiamo e in quali modi lo proponiamo?
Attuale e preoccupante è la geografia di una società in cui mancano i camerieri, gli operai specializzati, gli artigiani…. figure oramai introvabili, dedite ai “lavori manuali”
Mai come in questi giorni scopriamo che il mondo è in realtà molto fisico.
Le nostre economie e i nostri bisogni non dipendono solo da digitale, dal web, dai social, ma anche dalla scarsa disponibilità delle materie prime come acciaio, alluminio, rame, zinco, legno, plastica e litio necessario alle batterie.
Le innovazioni digitali, si diffondono con una velocità di gran lunga maggiore, rispetto a quelle che le hanno procedute.
Sono entrate a far parte della vita quotidiana, dell’ambiente di lavoro, della mentalità sociale….il digitale non ha confini.
Ma noi sappiamo bene quanto la mente sia in realtà nelle mani.
La mente è nelle mani!
Allora perché i lavori manuali sono sempre meno diffusi?
Le percezioni che sviliscono l’immagine artistica della manualità, la relegano in una rappresentazione passata, dovuta dalla difficoltà che deriva dai tempi necessari all’apprendimento che l’esercizio artigianale necessita o forse semplicemente abbandonata per la mancanza di bravi maestri.
Nell’immaginario collettivo di un mondo utopico e distopico, robotizzato e digitalizzato, non riusciamo più a vedere e prevedere come una tale e forte innovazione, stia già mutando i nostri sistemi cognitivi.
Rimanendo nel nostro settore, quali studi e conoscenze sono necessari per costruire e armonizzare un progetto protesico?
Quale rapporto dovremmo mantenere con il celebre uomo Vitruviano di Leonardo?
Di certo sono indispensabili le competenze sui materiali, sui metodi e sulle tecniche; sull’anatomia fisica della bocca; sul complesso mondo digitale, da poter plasmare su ogni specifica esigenza.
Le competenze analogiche e digitali, oggi al contrario dei vari detrattori, non si dividono ma si fondono, amplificando la base necessaria della tecnica analogica e portandola all’esponente digitale (insostituibile per l’uso dei vari materiali e delle tecniche di pre-visualizzazioni), al fine di rendere unico un sorriso speciale, indossabile in qualsiasi momento della nostra vita.
Si può quindi definire la figura del “tecnico”, come al servizio delle strutture odontoiatriche B2B. Un professionista con una buona dose di “formazione artigianale” da trasferire sui nuovi applicativi per la modellazione 3D; per affrontare i tempi e le complessità richieste dalle aziende e rimanere competitivi sul mercato.